teatro per la prima infanzia, corporeo e visivo, dai 5 ai 10 anni
di Pietro Fenati
con Camilla Lopez, Elena Pelliccioni
regia Pietro Fenati
scenografia e immagine virtuale Ezio Antonelli
cavallo di legno Danilo Maniscalco
musiche originali Matteo Ramon Arevalos
voce Brando Carella
cura dei movimenti Alessandro Bedosti
luci e audio Alessandro Bonoli
referente tecnico Alessandro Bonoli
progetto Pietro Fenati, Elvira Mascanzoni
organizzazione William Rossano, Sara Maioli
foto © Paolo_Ruffini
L’allestimento nato in occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo Da Vinci, propone un percorso tra gioco, scienza e arte. Il mondo visto e interpretato con gli occhi curiosi di un bambino che diventa uomo e continua ad avere lo stesso sguardo bambino: così ci si immagina Leonardo da Vinci, sempre alla ricerca di ciò che non conosce, con la voglia insaziabile di mettere le dita fra gli ingranaggi della vita, per capire come la vita stessa funziona. Per lui, dove non arriva l’osservazione, arriva l’immaginazione. Immaginare il futuro con occhi infantili dilata il presente, perché vedere qualcosa che non c’è ancora vuol dire averla già creata. Gioco, scienza e arte si inseguono e modellano l’uomo nuovo, l’uomo moderno.
Immaginando Leonardo da piccolo
Leo alle prese col mondo
Per prima cosa Leo scopre i quattro elementi della natura che, secondo la filosofia occidentale, combinandosi fra loro generano la vita e le leggi che la regolano: terra, aria, acqua e fuoco.
Leo in ginocchio sulla spiaggia lambita dalle onde
Terra e mare si incontrano e si scontrano: è la natura delle cose. Le mani di Leo giocano con la sabbia e con l’acqua; disegnano e modellano. Prima imitano, poi interpretano, infine creano.
Dalla terra e dalla sabbia nascono il disegno, la pittura, la scultura, l’arte.
Leo sdraiato in un prato
Lo sguardo sul cielo si perde fin dove il suo colore sfuma dolcemente verso l’orizzonte. Le nuvole si muovono lentamente e cambiano continuamente la loro forma. Dove vanno?
E chi le porta in giro? Anche gli steli dell’erba tutt’intorno si muovono. Da dove viene il vento che li scuote?
Leo cammina, guarda in alto, poi si ferma
C’è un ruscello dove il cielo si riflette nell’acqua e ne fa uno specchio che si muove. L’acqua parla, a volte bisbiglia, a volte grida forte e canta.
Leo accanto al fuoco del camino
È ipnotizzato di fronte al fuoco che illumina il suo volto creando il suo doppio nella parete opposta. Nelle fiamme, il bianco, l’azzurro, l’arancio, il rosso si alternano vorticosamente disegnando volute, come attratte irresistibilmente dalla cappa del camino. Le faville corrono verso l’alto tracciando nell’aria disegni di luce.
Leo osserva, disegna, studia, immagina, crea.
«Lo spettacolo è un emozionante e al tempo stesso critico ritorno all’infanzia. Attraverso Leo, bambino affamato di conoscenza, avido di nuove forme e colori, si è trasportati per circa un’ora in un mondo onirico e fanciullesco, dove l’arte e la scienza vanno a braccetto e diventano un diletto pedagogico. Il bambino vede tutto in forma di novità, scriveva tempo fa un poeta; assorbe con gioia ogni cosa incontri nel suo cammino, facendone un’esperienza personale. Così il nostro Leo (che nello spettacolo è evocato grazie a due bambine che giocano, interpretate da Camilla Lopez e Elena Pelliccioni; due bambine coinvolgenti e raggianti, calate a meraviglia nel ruolo – tanta naturalezza e zero forzature) si emoziona, si stupisce, si infervora di una felicità inesprimibile per ogni fenomeno del mondo circostante, apparentemente comune e banale, ma che nasconde in realtà – nella sua realtà – tanti segreti inaccessibili all’adulto…».
“Leonardo. Il genio e il bambino” Damiano Perini – Bologna Teatri
produzione Ravenna Teatro 2018
durata 50 minuti