Teatro di figura e d’attore, senza parole opera per bimbi da 2 a 6 anni
di Pietro Fenati
con Pietro Fenati, Elvira Mascanzoni
regia Pietro Fenati
scenografia e figure Pietro Fenati, Elvira Mascanzoni
musica originale Koro Izutegui
oboe Luigi Lidonici
luci e audio Alessandro Bonoli
referente tecnico Alessandro Bonoli
organizzazione William Rossano, Sara Maioli
foto ©Sara_Maioli
«È brutto… è bello. È buono… è cattivo. È mio… sì che è mio. È mio… no che è mio. Che sì… che no… Che no… che sì… Lo voglio… che è buono. Non lo voglio… che è cattivo. Non lo voglio… che è brutto. È brutto però è buono. Che sì che lo voglio. Che sì… che no…
Che no… che sì… È bianco… no… è nero. È buio… allora è brutto. È nero… allora è brutto. È bianco… allora è brutto. E allora… che sì… che no.
Che no… che è giallo
Che sì… che è grigio.
Che no… che sì… Che sì… che no… È grosso… ho paura. È grande… mi piace. Ho fame… che sì. Ho sete… che no. Che no che non mi piace. Che sì che mi piace. Che sì che lo rompo. Che sì che è tutto mio. Che sì che me l’hai rotto. Che sì che un po’ è anche tuo. Giochiamo? Che sì.»
Un colore che sporca una carta, una mano che fruga nella sabbia, un pezzo di legno che cade per terra e poche semplici parole. I si e i no attorno ai quali ruota l’eterno presente dell’infanzia: questo è bello questo è brutto, mi piace non mi piace, lo voglio non lo voglio. Il bambino guarda, ascolta, tocca tutto quello che ha attorno a sé e, facendo delle semplici scelte, scopre e interpreta il mondo; intanto cresce. Da un apparente banale “sì-no” costruisce, passo dopo passo, un mondo complesso di relazioni con le persone e le cose.
Di questo parla Che si che no, cercando la sostanza o l’essenza delle cose, trascurando gli orpelli che rischiano di sommergere il bambino e trasformarlo da soggetto attivo della società in oggetto di consumo.
Lo spettacolo racchiude il tema della scelta e della crescita attraverso di essa nella poesia e nella semplicità di acqua, sabbia, giochi di luce e coriandoli colorati.
«… Quaranta minuti di poesia, arte, immagini… si può definire un viaggio, l’incontro tra due sagome una femminile e l’altra maschile che procede per associazioni mentali, per sequenze che provocano in ognuno sentimenti differenti. Il tutto all’insegna di molte metamorfosi e di una fantasia e arte che definire sfrenata è poco. L’idea ben riuscita, è quella di una forte suggestione attraverso l’uso di elementi comuni (plastica, carta, acqua, sabbia) che prendono le forme più bizzarre, lasciando spazio a humor e poesia…»
Paolo Crivellaro – ECO risveglio
Premio
per la migliore creazione dello spazio artistico al Festival Katowice-dzieciom – Katowice, Polonia (ottobre 2013)
produzione 2012
durata 35 minuti